I dati e la tecnologia dovrebbero migliorare l’efficacia delle strategie di comunicazione e marketing attraverso un targeting più preciso, una maggiore personalizzazione e strumenti di misurazione avanzati. Tuttavia, l’eccessiva enfasi sulla raccolta dati ha generato squilibri, spesso privilegiando media ‘‘performanti’’ a discapito della brand equity.
Allo stesso tempo, i consumatori sono sempre più attenti alla tutela della propria privacy, spingendo verso regolamentazioni più rigide (ePrivacy, GDPR, Digital Markets Act) che hanno anche ridotto l’uso di ID e dei cookie di terze parti.
Per affrontare queste sfide, Wavemaker ha sviluppato un approccio basato sui dati geografici, in particolare sul CAP (codice di avviamento postale), che consente un’identificazione scalabile e conforme alle normative, senza compromettere la privacy. Ha quindi lanciato una piattaforma dedicata, aperta anche all’importazione e all’arricchimento dei dati.
Sebbene questo metodo non sia del tutto sostitutivo degli approcci di planning tradizionali, la sua adozione sta crescendo sia in Italia che all’estero. Ciò dimostra che le strategie basate sulla geolocalizzazione possono rappresentare un’alternativa efficace ai cookie di terze parti e alla gestione dei dati personali degli utenti.
Per ottenere risultati concreti, è però fondamentale disporre di dati rappresentativi a livello di CAP, avere obiettivi chiari, un budget adeguato e, soprattutto, una solida visione strategica.