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Login to Web3: dal text to text al text to 3D. La GAI si affaccia sul Metaverso

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La Generative AI si affaccia sul Metaverso

Si può creare qualcosa di nuovo e di sensato a partire da qualcosa di esistente?

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Noi umani ci riusciamo, almeno i più geniali di noi hanno questa capacità di rielaborazione creativa di nozioni acquisite ed esperienze vissute. Per una macchina, invece, è un compito arduo. Almeno fino a poco tempo fa. Negli ultimi mesi, infatti, sono arrivati sul mercato una serie di software che hanno sorpreso tutti per la loro capacità di creare testi e immagini.

Pensate che, secondo un’indagine di IPSOS, già il 65% degli italiani ha sentito parlare di questi servizi. Il più conosciuto è ChatGPT (40%), seguito da Dall-E (18%), Bard (16%) e, infine, da Stable Diffusion e Midjourney (12%).

All’origine di questi software c’è un’accelerazione nel campo dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI), una branca dell’IA che si occupa di capire come generare contenuti originali, non casuali, a partire da dati preesistenti e da un input testuale.

In pratica, basta una descrizione scritta inserita attraverso un comando detto Prompt (che è anche il nome del nostro podcast dedicato all’innovazione, assolutamente da ascoltare per approfondire questi temi con ospiti di rilievo) per ottenere altri contenuti, al momento soprattutto testuali o visivi.

Questi sistemi di intelligenza artificiale generativa utilizzano modelli linguistici di grandi dimensioni attraverso i quali la macchina è in grado di generare probabilisticamente nuovi risultati (testuali, visivi o di altro tipo), dopo una fase di addestramento basata sull’analisi di milioni di documenti.

Alcuni sostengono che questi software siano semplicemente dei “pappagalli stocastici”, ossia che si limitino a produrre frasi come fossero un avanzato sistema di autocompletamento di Google. Altri ritengono che, nel loro lavoro, si possano intravedere delle proprietà emergenti. Non una coscienza, ma un’originalità non prevedibile dall’uomo che attrae e spaventa, tanto che c’è chi è arrivato a proporre un rallentamento dell’innovazione in questo ambito.

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