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Login to Web3: La rivincita delle community

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 Se ci pensate un momento, le prime “forme di vita in rete” si sono manifestate nelle community. Appena venti anni fa i siti erano difficili da costruire, qualcosa che solo le grandi aziende potevano affrontare. I primi abitanti del world wide web, invece, si ritrovavano in piccoli bar che chiamavamo newsgroup o forum. Qui ci si poteva aggregare attorno ad un tema comune e iniziare a dialogare usando la tastiera”.

Tutto molto semplice, spartano forse, ma anche genuino. Avevano nomi come it.comp.software.browser o alt.movies.kubrick, in cui si parlava, rispettivamente, dei primi “navigatori” e dei film del maestro del cinema. In questi luoghi di discussione i brand non entravano, un po’ perché erano tacitamente banditi, un po’ perché si sarebbero sentiti fuori luogo.

Con l’avvento del Web2, la rete si è riempita di servizi più evoluti e più user friendly pensati allo scopo di semplificare la partecipazione delle persone e dar loro la possibilità di essere protagonisti. Blog e WordPress offrivano a tutti un posto dove annotare i propri pensieri, Flickr dava una casa a chi si esprimeva con le foto, YouTube permetteva di caricare video. Poi, i social network sono diventate le nuove piazze della rete, grazie a tecnologie in grado di far comunicare in tempo reale persone lontane e di dar loro tutti gli strumenti per esprimersi pubblicamente. Un duro colpo per forum e newsgroup.

Oggi, all’alba del cosiddetto Web3, sembra di assistere alla rivincita delle community. È stato un movimento graduale, per lo più spontaneo, che si alimenta di una nuova forza, esattamente contraria a quella che aveva spinto in alto i social network.

Dopo la sbornia dell’esibizione a tutti i costi e della condivisione pubblica si è fatta strada la tendenza a condividere privatamente, utilizzando le app di Instant Messaging o i gruppi all’interno degli stessi social network. Quelli di Facebook, che sono oltre 10 milioni e che vengono usati ogni mese da 1,8 miliardi di persone, sono diventati i nuovi forum. Chi, invece, non bazzica il social di Zuckerberg e persegue interessi di nicchia frequenta Reddit o Discord.

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